Troppo spesso nel nostro paese si beve ancora il caffè tra i più mediocri d’occidente, lo sapevi?
Analizziamo insieme i motivi.
Il motivo principale è l'atteggiamento dei consumatori, troppo rapido e frettoloso, restando così impreparato e "ignorante".
Atteggiamento che viene molto volentieri sfruttato dalla Filiera Globale per massimizzare i margini di guadagno a scapito della Qualità. I consumatori comprano prodotti troppo a basso costo e per tale motivo molto scadenti, seppur rimanendo contenti... nessuna industria chiederebbe di meglio!!!
Con automatismo quotidiano la maggior parte dei consumatori di caffè zucchera il proprio caffè pensando che la cosa sia normale, restando convinta che il colore del chicco di caffè tostato debba essere nero, come si vede nella maggior parte delle campane trasparenti dei bar.
In realtà i torrefattori che tostano i caffè in quel modo trovano le condizioni ideali per comprare partite di prodotto scadente, spuntando prezzi bassissimi e massimizzando i margini. Abbrustolendo in modo eccessivo il caffè per eliminare tutti i difetti (e pregi, se ce ne fossero) appiattiscono il sapore per sviluppare unicamente quel caratteristico aroma di carbone "tostato".
In Italia si è ancora convinti che il caffè debba costare 0,80 centesimi, al massimo un euro, senza rendersi conto che ogni caffè sottoprezzo (sotto i 2 euro) genera sfruttamento, lavoro nero, sofferenza in tutta la filiera, dalla piantagione fino al bar. In tutto il resto d'Europa il corrispettivo non a caso è di minimo 2 euro. In Italia abbiamo la certezza che la tazzina di caffè abbia il sapore di carbone.
Non è così: il sapore del caffè è altra cosa.
Il frutto della pianta del caffè è una gustosa ciliegia tropicale. Il sapore a volte ad esempio può essere associato a una densa e cremosa bevanda ai frutti rossi, a volte ha il sentore pungente di agrumi, talvolta ha addirittura il profumo fermentato del vino o di certe tipologie di the. I caffè di qualità coltivati in altura, ovvero in condizioni terrene e climatiche ottimali, sviluppano minor quantità di caffeina e maggior dolcezza, argomento da spiegare per sfatare innumerevoli luoghi comuni.
I portavoce dello “specialty coffee” promuovono un modo completamente diverso di vivere il caffè e l’universo che gli gira attorno. La cosiddetta "Terza Onda" del Caffè è il fenomeno quasi ventennale che punta a togliere questo alimento dal cono di banalità in cui è precipitato. È avvenuto con il vino a partire dagli anni Ottanta, poi con la birra con il boom delle artigianali. Anche l’olio ci sta provando così come l'aceto.
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